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Sono giunti a Savigliano da Georgia, Spagna e dall’Italia, e per dieci giorni hanno riflettuto sul tema dei confini: confini che uniscono, ma che talvolta possono anche dividere. Sono i giovani che hanno preso parte allo scambio giovanile culturale – progetto Erasmus – organizzato da Oasi Giovani in collaborazione con “Act for transformation” e “Foundaciòn Amigò”.

I partecipanti, una ventina, hanno convissuto 24 ore su 24, dormendo nei locali ex pro-pueritia di via Allione.

Hanno analizzato il tema dei confini sotto diversi punti di vista: i confini personali nelle relazioni, i confini del carcere (tramite una testimonianza diretta) ed i confini geografici, con Apice – Associazione per l’Incontro delle Culture in Europa e con l’esperienza di una donna che lavora a Bruxelles ed ha vissuto sette anni in Georgia, durante e dopo la “Rivoluzione delle rose”.

L’analisi è stata accompagnata da un percorso teatrale ad hoc curato da Marco Mucaria e Rossella Astegiano di Voci Erranti («realtà che ringraziamo per la preziosa collaborazione, sia per i momenti teatrali che per le cene e le colazioni fatte al Caffè Intervallo», dicono da Oasi).

Alta ed unanime la soddisfazione dei partecipanti. «Avevo già conosciuto Oasi a Brema e immaginavo fosse un bel progetto – racconta Nini –. Mi aspettavo argomenti “politici”, di scoperta di se stessi e che fosse un percorso “terapeutico”». «Ho scelto di partecipare all’iniziativa – le fa eco Giorgi – per incontrare persone da diverse parti del mondo, con idee e visioni differenti. Mi porto a casa nuove conoscenze culturali e idee di altri Paesi, per esempio in fatto di ambiente».

«Conoscere le vite di altre persone ti apre la mente – conclude Marta –. Porterò con me la vita di ciascuno dei partecipanti ed una nuova apertura mentale».

Le riflessioni dei ragazzi e delle ragazze sono state raccolte in un vero e proprio “manifesto politico” sul tema dei confini, redatto in quattro lingue: inglese, italiano, spagnolo e georgiano. «Sarà lo strumento per raccontare ciò che abbiamo fatto, anche tramite un incontro aperto alla cittadinanza che organizzeremo a breve. Cercheremo anche di inviarlo all’Unione Europea».

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